Sognavamo un luogo luminoso ma caldo, destrutturato ma funzionale, ampio ma intimo, organizzato ma non troppo ordinato, un luogo dove poter pensare, creare, sbagliare, proporre, produrre, presentare.
Sognavamo un progetto di identità aperta. Dove le persone potessero occuparsi di formazione, produzione e promozione di fotografia, cinema, teatro, moda, fumetto, web, comunicazione, animazione, scritture, senza annoiarsi e alienarsi mai.
Sognavamo un’azienda vera, con dipendenti veri,
con contratti veri, responsabilità vere, bilanci veri.
Un’azienda etica dove il capitale umano fosse sempre al centro
di tutto. Un’azienda human-friendly, dove ogni distinzione, di
qualsiasi tipo, fosse considerata semplicemente obsoleta.
Sognavamo un posto dove stare, dove respirare, dove crescere, dove dare e ricevere fuori da ogni retorica.
Sognavamo Mohole.
