Non molte volte, ma in precedenza ho espresso la mia opinione sul più noto provider web italiano Aruba.
Se smanettate con il web avrete saputo che venerdì 29 Aprile un incendio nella sala dei gruppi di continuità ha causato il blackout di
oltre un milione di siti e caselle mail italiani per quasi tutta la giornata. Ovviamente la cosa ha comportato non pochi disagi anche per compagnie medie-piccole oltre che ai privati e i freelancer. Alla luce di una
class action contro il provider che sta per mettersi in moto e per "rispondere" ad alcune persone che a volte mi chiedono perché non mi fido di Aruba, sottolineo prima ancora di cominciare dicendo che
parlo esclusivamente a nome mio e della mia esperienza personale.
Ho lavorato con vari provider, ovviamente il primo con cui ho cominciato è stato proprio Aruba, sono passato da
Netsons e attualmente mi sono fermato su
MediaTemple (
provider americano), quindi i miei paragoni sono principalmente tra questi. Ora presupponendo anche che
incidenti come questi possono capitare a qualunque provider voglio evidenziare dov'è stato realmente il problema di questo blackout per Aruba:
1. Aruba non è minimamente clusterizzato
Ovvero: 1 milione di siti tutti nello stesso "posto", se salta uno saltano tutti. MediaTemple sul servizio base ha 8 cluster, se ne salta uno gli altri 7 restano dove sono.
2. Assistenza e comunicazione praticamente inesistenti
Si viene a sapere di un guasto gravissimo tramite i tweet degli altri, Aruba crea un
suo account su Twitter alle 7.00 del 29 Aprile (
senza neanche mettere un logo, facendo dubitare molti della sua ufficialità), diramano circa 6 messaggi in 24 ore e il giorno dopo si sono già dimenticati dell'esistenza di questo servizio che TUTTI gli altri provider usano per comunicare tempestivamente con i loro clienti. Non dico niente sul telefono perché è ovvio che in quelle circostanze i centralini erano strapieni.
Su MediaTemple ho aperto 4 ticket in 2 anni e solo uno per problemi "seri", e ho sempre avuto una prima risposta nel giro di poche ore e la risoluzione del problema nel giro di 24 ore dalla richiesta di assistenza. E stanno in America.
3. Negare, in puro stile mafioso
Il primo sito a tornare in linea verso le 14.00 è ovviamente aruba.it dove
non appare neanche una parola riguardo l'incidente in corso, scuse, spiegazioni, un "ci rifaremo"... niente. E accade di continuo, tra il 2009 e il 2010 Aruba
è vittima della presenza di virus sui suoi server (
e quindi sui siti dei clienti) e non forniscono supporto, l'assitenza nega la presenza del problema e il provider rifiuta proposte di aziende che chiedono un intervento (
pagato) per la rimozione del virus.
L'account Twitter di MediaTemple è aggiornato costantemente anche quando non ci sono problemi, e quando ci sono spesso sei avvisato prima ancora che te ne accorgi.
4. Slittamento dei rinnovi ingiustificato
Attualmente ho solo due clienti su Aruba dei quali pianificavo il trasferimento al prossimo rinnovo, uno di questi scade il 3 maggio e nonostante il pagamento di rinnovo effettuato per motivi di "urgenza" poco dopo la scadenza, stiamo ancora aspettando di rivedere il servizio attivato. Loro hanno già ricevuto i soldi e mandato la mail di conferma pagamento, niente risposte ai ticket di assitenza aperti e nemmeno al telefono.
Aruba costa poco è vero ma è dato di fatto che non è un servizio considerabile per progetti al di fuori dell'amatoriale/personale.